Ovviamente dopo una serata gastronomicamente impegnativa.
Bisogna aiutare l'organismo a riprendersi. Che cosa di meglio di una minestra? Sì, fa ancora caldo, ma la minestra è veramente corroborante.
Ma anche la minestra deve essere preparata con amore, sennò ogni buon effetto scompare.
Mi trovavo in freezer un ultimo cubetto del mio fondo bruno, ma questa è un'altra storia, di scuola.
Basti sapere che è un ristretto di carne e di ossa. L'effetto è quello di un liquido molto corpuscolato marrone (chi fa l'anatomopatologo troverebbe con grande facilità un paragone...... :-), che se ci immergi il dito e te lo lecchi ti ricordi molto facilmente la carne con cui l'hai fatto.
L'ho buttato in un litro di acqua.
Quando è salito il bollo, ho buttato tre pugni di piselli surge. Ebbene sì, li tengo anche io, sempre pronti.
In meno di cinque minuti sono pronti. Aggiusta per favore di sale, se hai usato il fondo bruno, se hai usato un (buon) dado non ce n'è bisogno.
Il tocco di classe viene adesso, anche se è solo una citazione di una ricetta storica, risi e bisi, che nelle sue più antiche accezioni usava anche i baccelli dei piselli.
Mi avanzava un po' di riso profumato, (quello del maiale) ho spento il fuoco e ce l'ho buttato dentro. Giri un attimo. Una spruzzata di parmigiano (pecorino, io) grattuggiato.
Ne ho mangiata tanta che che poi solo frutta. Adesso sto bene, pronto a ricominciare.
La foto è questa:
Un blog fatto a uso e consumo degli amici, vecchi e nuovi, per trascinarli in questa grande passione, e perché "invitare qualcuno a mangiare da te significa incaricarsi della sua felicità per tutto il tempo che sta sotto il tuo tetto", e anche perché "cucinare per le persone alle quali si vuole bene significa impegnare del tempo pensando ai loro gusti, alla loro crescita e al loro benessere".
Andiamo a incominciare
Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
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