Chi non ricorda, se ha circa la mia età (52), come abbiamo conosciuto la pappa con il pomodoro?
Quando la televisione stava diventando la finestra sul mondo delle famiglie, e la qualità dei suoi programmi, anche se su due soli canali, era lontana anni luce dallo squallore odierno, le avventure di Giannino Stoppani, e soprattutto la sua ribellione alle convenzioni, colpiva fortemente la mia fantasia di bambino, già segnato dall'autorità del padre e del maestro.
Mi sento ancora giovane ma sono da parecchio un "laudator temporis acti" e credo che, almeno su questo argomento, non mi si possa dare torto. Basta aprire un giornale.........
Torniamo a noi, forse è meglio.
La pappa al pomodoro è una di quelle ricette che io adoro, perché provengono da un'Italia povera, che doveva mettere insieme il pranzo con la cena e che doveva farlo con fantasia e intelligenza. E soprattutto non doveva produrre nessun avanzo.
A proposito degli avanzi: ho comperato un libro molto carino, "L'arte di utilizzare gli avanzi della cucina", di Olindo Guerrini (che molti conosceranno come Lorenzo Stecchetti o anche come Argia Sbolenfi) personaggio letterario a tutto tondo che ha scritto cose serie e cose da rotolarsi per terra dalle risate, fra cui la famosa "Ode al pitale", che troverai a questo link
http://topalex85.spaces.live.com/blog/cns!7212092DD78E7B7A!277.entry
è un libro molto interessante ma l'ho usato solo una volta, per la Charlotte di mele, e non perché avevo degli avanzi, il mio giro vita dimostra che non riesco a fare avanzi.
Stamattina sono come quel medico russo, il Dottor Divago...........
Vabbé, ecco la ricetta:
per fare questa zuppa il pane toscano senza sale deve essere ben secco quindi è necessario pensarci quattro giorni prima, è questa la cosa più difficile.
Le dosi sono per le quattro persone che in una sera autunnale siederanno alla tua tavola.
Mezzo chilo di pane toscano secco a pezzi e mezzo di pomodori freschi spellati e tagliati a pezzettoni, aglio, due dita di un bicchiere di olio extravergine di oliva, tanta salvia e un litro di brodo vegetale (ma non fatto col dado!).
In una pentola di coccio metti l’olio extra vergine di oliva, un po’ di aglio e fai imbiondire; aggiungi la salvia tritata, rimescoli e poi aggiungi i pezzetti di pane toscano secco ed i pezzetti di pomodoro spellato (precedentemente preparati).
Rimescoli e fai cuocere sinché si amalgamano bene pane e pomodoro (leggi: diventano una bella poltiglia); aggiungi il brodo vegetale e fai cuocere ancora rimescolando fino ad ottenere una bella zuppa densa …
Secondo me il giorno dopo è più buona.
Ancora un piccolo omaggio a Guerrini:
« Son diventato pallido?
Ci son avvezzo: non è nulla, taci.
M'han guastato lo stomaco
Le polpette dell'oste ed i tuoi baci. »
Oggi non c'è foto, ma ho scritto tanto.........
Un blog fatto a uso e consumo degli amici, vecchi e nuovi, per trascinarli in questa grande passione, e perché "invitare qualcuno a mangiare da te significa incaricarsi della sua felicità per tutto il tempo che sta sotto il tuo tetto", e anche perché "cucinare per le persone alle quali si vuole bene significa impegnare del tempo pensando ai loro gusti, alla loro crescita e al loro benessere".
Andiamo a incominciare
Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
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caro, caro Eugenio, mi mancava la tua simpatia e il tuo humor. Sono felice di ritrovarlo nel mio/nostro mondo blogger.
RispondiEliminaSei pronto per le presentazioni e il lancio promozionale?
Dammi un cenno.... Se si, promuovo subito il tuo blog e ti si apriranno nuove frontiere di amicizie e conoscenze. Se no, avvisami tu quando.
Un abbraccio forte
Anna
ciao Eugenio, io sono Tamara di unpezzodellamiamaremma.blogspot.com e chi meglio di me conosce la pappa col pomodoro o pan cotto anche perché sono toscana da tante generazioni con una nonna che cucinava divinamente e una mamma che fa altrettanto...mi sono iscritta come tua sostenitrice e ti metto anche nel mio elenco personale e ti aspetto da me per vedere tante ricette toscane e non....mi concedi però una cosa? fermo restando che ognuno cucina come vuole, sia ben chiaro, ma nella pappa non ci va la salvia, bensì il basilico, appena spento il fuoco...prova e mi dirai....un salutone Tam
RispondiEliminaCiao Tamara, non sai con quanto piacere leggo il tuo commento e mi iscriverò subito al tuo blog. Circa la salvia debbo dire che:
RispondiElimina1 - commento soggettivo: al gusto non mi dispiace, ma dovrei provare la differenza col basilico, anche se qui a Genova il basilico non ha lo stesso gusto;
2 - commento "libresco": in questo momento non sono a casa (e stasera farò la verifica) ma mi sembra di ricordare che la salvia fosse nel libro dove ho preso la ricetta, di Beppe Bigazzi, che mi pare toscano anche lui.
E' palese che questo non significa niente, e che è giusto privilegiare le tradizioni familiari (che belle, come ti invidio!) alla carta stampata, però, quando ho deciso di mettere la ricetta, l'ho presa da lì.
Ti ringrazio ancora per la graditissima correzione.
A presto
euge
Eugenio, il basilico, ovviamente mai in cottura, conferisce alla pappa un sapore fresco, e quello ligure in modo particolare e poi si sposa benissimo col pomodoro, mentre la salvia si sposa meno ed è più adatta alle cose di cottura più lunga, arrosti, fagioli, soffritti per le zuppe...però io sono dell'idea che quando un aroma o una spezia piacciono, bisogna seguire il proprio istinto e metterla...in quanto a Bigazzi, prendilo con le pinze, è un gran chiacchierone...
RispondiEliminaSono d'accordo su tutto.
RispondiEliminaLa prossima pappa col pomodoro sarà col basilico.
Ti farò sapere ( e vedere la foto).
Grazie