Parte oggi il capitolo “Finger food”, capitolo difficile, in quanto l'impressione che ne ho sempre ricavato è “tanta fatica e poca soddisfazione”, ma forse è solo un'impressione.
Qui metto la ricetta che mi è piaciuta di più, la devo a Roberto Avanzino, non solo grande cuoco, e lo ringrazio pubblicamente.
Negli ingredienti non ci sono le dosi, ovviamente.
Ci vorranno: melenzane, parmigiano, sesamo, faraona, cipolla, olio evo, vino bianco, sale, peperoncino.
1 – crema di melenzane
metti a freddo in una casseruola una melenzana tagliata a pezzi, uno spicchio d'aglio, sale, olio, origano (che con le melenzane ci sta da dio!), due anelli di cipolla, mezzo bicchiere di vino bianco e un peperoncino. Incoperchia e cuoci a fuoco basso una mezzoretta.
Poi frulli col minipimer, devi fare una cremina.
2 – tegole di parmigiano al sesamo
mescola un etto di parmigiano grattuggiato fine fine a un etto di semi di sesamo. Ma anche due etti, tre etti ecc. ;-), basta che siano in eguali proporzioni.
Metti a scaldare il padellino antiaderente e quando è caldo ci butti un cucchiaio del tuo mix, lo allarghi a fare un cerchietto di qualche centimetro. Fai delle prove, ma anche se il cerchio non è perfetto andrà bene l'istesso.
Quando vedi che il parmigiano si scioglie e si rapprende fai girare la tua tegolina con un balzo felino, della padella.
3 – tagliata di faraona
sala il petto di faraona e lo salti in padella antiaderente, senza olio. Dire 5 minuti per lato è un po' un azzardo, tutto dipende dallo spessore.
L'ideale, per i fanatici come me, è il termometro a sonda, che dovrà misurare 55 °C, al cuore.
4 – montaggio (secondo Avanzino)
crema di melenzane a specchio nel piatto, filetto accavallato e intercalato con le tegole di sesamo, filo d'olio.
Poi il bello è che ognuno se lo monta a piacere.
Bon appetit, anche a nome dell'Autore.
La foto la metto la prossima volta che lo faccio.
Un blog fatto a uso e consumo degli amici, vecchi e nuovi, per trascinarli in questa grande passione, e perché "invitare qualcuno a mangiare da te significa incaricarsi della sua felicità per tutto il tempo che sta sotto il tuo tetto", e anche perché "cucinare per le persone alle quali si vuole bene significa impegnare del tempo pensando ai loro gusti, alla loro crescita e al loro benessere".
Andiamo a incominciare
Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
lunedì 6 settembre 2010
Finger food 1 – Tagliata di faraona con tegole di sesamo e crema di melenzane
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