Oggi si inaugura la seria: "Indovina da che libro viene?".
Avere un centinaio di libri di cucina dovrà pur servire a qualcosa!
La bietola è un ortaggio umile ma splendido. Ma non solo le foglie, che tutti, nella stolta uniformità culinaria che ci contraddistingue, usiamo.
Le coste in genere non si usano.
Ecco perché una ricetta su come usare le coste non può che essere ben accetta.
Incomincia preparando le coste delle bietole, a pezzi lunghi un dito, mettendole nel cestello e ammorbidendole col vapore.
Nel frattempo fai il soffritto, sempre con la stessa candela da soffritti :-)
composto da aglio e acciughine sotto sale, fino a che si disfano, e qualche pinolo pestato e stemperato in acqua. Poi il prezzemolo, ma solo un attimo.
Adesso ci butti le coste e le fai saltare fino a che non vi sia grande intimità fra l'uno e le altre.
Versa tutto in un tegame unto d'olio (non FIAT), allarghi con la paletta, cospargi di pan secco grattuggiato, aspergi (aiuto per scoprire l'autore) e sbatti nel forno a 180 perché si faccia la crosticina.
Poi mi direte.
Il libro era: "Cucina di strettissimo magro".
Ecco la foto, l'ho fatte il 22 settembre, commento: mettile in un tegame antiaderente senz'olio, le mie erano troppo unte.
Un blog fatto a uso e consumo degli amici, vecchi e nuovi, per trascinarli in questa grande passione, e perché "invitare qualcuno a mangiare da te significa incaricarsi della sua felicità per tutto il tempo che sta sotto il tuo tetto", e anche perché "cucinare per le persone alle quali si vuole bene significa impegnare del tempo pensando ai loro gusti, alla loro crescita e al loro benessere".
Andiamo a incominciare
Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
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Questa forse riesco a farla pure io... che sono negata (come tu ben sai)... Ti farò sapere domani gli sviluppi riguardo al proseguo della serata Eh! Eh! :-)
RispondiEliminaproverò...avevo pensato di farne una mezza parmigiana, come faccio con le zucchine, ma qui ci sono sapori diversi, acciughe..pinoli..grazie x il suggerimento..e...cucinare sempre con amore
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