Andiamo a incominciare

Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.

martedì 21 dicembre 2010

Ricette per le feste 11 - la Charlotte di mele

Un dessert non proprio nuovo ma troppo carino. 
La ricetta è presa, ma è più giusto dire ricopiata, da una paginetta di uno dei miei libri a cui sono affezionato particolarmente, "l'arte di utilizzare gli avanzi della cucina" di Olindo Guerrini, di cui ho già parlato nel blog e a cui ti rimando (vedi post: la pappa con il pomodoro).
Questo Guerrini, letterato e finissimo cuoco, ha prodotto un libro con ricette parimenti gustose a leggerle e a cucinarle.
Cedo la parola a lui, ringraziandolo ancora di cuore.
n.b. le sottolineature sono mie, e hanno il loro perchè.
“Lascio il nome francese di Charlotte perchè, sebbene anch'io sia di parere che molti termini di cucina possano e debbano essere italianizzati, non arrivo alla pedanteria di certi pedanti del tempo del Puoti e del Ranalli  che avrebbero volentieri tradotto Geoffroy de Bouillon in Gottifredo del Brodo. 
I nomi propri è un bel lasciarli stare.

Le Charlottes si fanno in uno stampo speciale o anche in casseruola. Si possono usare mele che abbiano qualche tabe (qui i miei lettori medici ricorderanno certi studi giovanili!, nota di euge) o segno di incipiente viziatura, mondandole e tagliando via con un coltellino la parte contaminata.
Tagliatele a pezzettini e cuocetele con acqua, zucchero e burro finchè siano morbide, ma non diventate marmellata. Mettete al fondo della casseruola o stampo imburrato uno strato di fette di pane scortecciato grosse come uno scudo, strato che seguirete in altezza sulle pareti della casseruola di mano in mano che la riempirete, aiutandovi con marmellata per tenerle insieme. Cominciate a stendere sul fondo uno strato di mele cotte condite con pinoli e uva sultana pulita (nota di euge: occhio!, lavare a lungo per levare la paraffina!) e rammollita, indi pane ancora e poi mele e così via via finchè avrete riempito il recipiente, terminando col pane  che bagnerete con qualche cucchiaino di panna. Mettete al forno non troppo ardente (non c'era il forno elettrico a quel tempo) per un'ora circa, sformate sul vassoio e coprite di zabaglione. Invece del pane potete servire del pan di Spagna, tenendo meno al forno. 
Il procedimento per la Charlotte Russa è lo stesso, salvo che invece delle mele si adoperano frutta in guazzo, ciliegie nello spirito e si spruzza con Cipro, marsala o simili vini liquorosi”.

Facciamo adesso un po' di critica gastronomica, ma solo un po':

Questa ricetta viene così interpretata da Allan Bay:
“Per 6. Sbucciate 6 mele, affettatele sottilmente e passatele in acqua acidulata con il succo di 1 limone. Fate fondere in una casseruola 30 g di burro, aggiungete le mele e 70 g di zucchero. Lasciate cuocere mescolando con un cucchiaio di legno e bagnando con poca acqua se fosse necessario.  Quando le fette di mela si saranno quasi disfatte (avrete fatto il vostro coulis di mele, nota di euge) spegnete, lasciate intiepidire, poi unite 50 g di confettura di albicocche e una manciata di pinoli leggermente tostati e mescolate. Ungete una casseruola con burro. Fate fondere una noce di burro, passatevi delle fette di pancarrè raffermo private della crosta e con parte di queste foderate il fondo e le pareti della casseruola. Versatevi la purea di mele e coprite con le fette di pane rimaste. Cuocete in forno a 180 °C per circa mezzora, fino a quando le fette di pane saranno dorate. 
Togliete la torta dal forno e sformatela dopo circ 15 minuti. Potete servire la charlotte bagnata con rum caldo e fiammeggiata: anche l'occhio vuole la sua parte”. 

Ecco la mia:
Noterai, cara/o lettrice/ore, che l'aspetto non è un granchè, sono io il primo a dirlo. 
Vabbè, con queste due ricettine potrai sicuramente fare di meglio, io ti ho dato solo l'imbeccata. Bon appetit!


2 commenti:

  1. Ciao Eugenio, la ricetta e' ottima.
    La presentazione ...e' solo una questione di stampo.
    In ogni caso, don't warry, il sapore supera l'aspetto.
    Ne approfitto per augurarti un Buona Natale un Felicissimo Anno Nuovo.
    Marilena

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  2. Ciao Marilena,
    grazie del tuo incoraggiamento. Anche per me è gradita l'occasione per augurarti ogni bene per le prossime festività.

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