Eccola, la prima ricetta del mese!
Divertente, profumata, carina, regionale. Ha solo qualità.
Falla, cara/o Amica/o, e sentirai tutto un profumino che ti avvolge.
E' proprio una ricetta tipica napoletana, con il sole dentro.
Io lo faccio così: un kilo e mezzo di patate, un etto e mezzo di parmigiano, un etto di burro, un etto e mezzo di salsiccia "Napoli", un etto di provola affumicata, due etti di mozzarella vaccina, latte, quattro uova, pangrattato.
Lessa le patate, le sbucci e le passi al setaccio. Intanto che bollono ti fai i cubettini di tutto: mozzarella, provola e salsiccia, piccolini, mi raccomando.
Nella tua boulle ci metterai: patate, burro ammorbidito, mozzarella, provola, salame, parmigiano e i rossi dell'uovo. I bianchi li monti a neve e li aggiungi fino alla consistenza morbida che vuoi ottenere. Se ti sembrerà ancora troppo duro aggiungerai un po' di latte.
A questo punto prendi "o' ruoto", lo imburri bello bello e ci metti il pangrattato. Lo riempi con la tua farcia. Lo rispolveri di pangrattato e ci metti qualche fiocchetto di burro.
In forno caldo (180-200 °C) per mezzora/tre quarti d'ora, fino a che sopra non è dorato: stai all'occhio!!!
Invito tutti i miei amici lettori, che siano almeno a sud di Roma, di mandarmi tutte le correzioni che desiderino, mi farà un grande piacere.
n.b. il prezzemolo non ce l'ho messo: è una mia scelta.
Un blog fatto a uso e consumo degli amici, vecchi e nuovi, per trascinarli in questa grande passione, e perché "invitare qualcuno a mangiare da te significa incaricarsi della sua felicità per tutto il tempo che sta sotto il tuo tetto", e anche perché "cucinare per le persone alle quali si vuole bene significa impegnare del tempo pensando ai loro gusti, alla loro crescita e al loro benessere".
Andiamo a incominciare
Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
mercoledì 1 dicembre 2010
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