Ricetta che proviene da uno dei miei tanti libri di cucina: la cucina di Don Camillo e Peppone, personaggi creati da quell'uomo fantastico che è stato Giovannino Guareschi. E' bello ricordarlo ancora, dopo tanti anni che ci ha lasciato, la storia della sua vita mi ha insegnato qualcosa, soprattutto che è bello andare a dormire con la serenità della propria coerenza. Ma di Guareschi si devono leggere i libri. Per chi, casualmente, non ne avesse mai sentito parlare il link è questo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Giovannino_Guareschi
Ritorniamo a bomba alla nostra ricetta.
Per 10 amici: un chilo di farina e un etto di zucchero (euge usa Zefiro), 250 g di burro, 200 g di cioccolato fondente grattugiato, 200 g di gherigli di noce, 200 g di mandorle dolci, 100 g di uva passolina sciacquata lungamente in acqua in acqua e strizzata, 4 uova, 60 g di lievito di birra, 2 cucchiaini di semi di finocchio, un cucchiaio di pinoli, un mezzo bicchiere di liquore all’anice, due tazzine di sapa/mosto cotto http://it.wikipedia.org/wiki/Sapa , 60 g di zucchero a velo, 2 pizzichi di sale.
Una volta che abbiamo tutto davanti andiamo a incominciare.
Per esperienza personale ritengo necessaria la spianatoia. Mescola la farina, lo zucchero, il sale, il lievito, il cioccolato grattugiato, le uova, il burro sciolto, e il liquore. Bisogna ottenere un impasto morbido e liscio.
Adesso tosta un po’ le noci e tritale con i pinoli e un po’ di mandorle. Questi si aggiungono all’impasto assieme all’uvetta e ai semi di finocchio.
Lavora ancore bene l’impasto, mettilo in una teglia imburrata, livella la superficie e passa in forno caldo per tre quarti d’ora.
Una volta sfornato spennella con la sapa e spolveralo con lo zucchero a velo. Lascia raffreddare.
(cena di Natale 2004)
Un blog fatto a uso e consumo degli amici, vecchi e nuovi, per trascinarli in questa grande passione, e perché "invitare qualcuno a mangiare da te significa incaricarsi della sua felicità per tutto il tempo che sta sotto il tuo tetto", e anche perché "cucinare per le persone alle quali si vuole bene significa impegnare del tempo pensando ai loro gusti, alla loro crescita e al loro benessere".
Andiamo a incominciare
Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
mercoledì 15 dicembre 2010
Ricette per le feste 5 - pan di Natale
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