Eccola, finalmente, la ricettina di Riccardo del risotto ai lamponi.
Anche lei, come al solito, semplice e deliziosa.
Ci vorrà il riso, Vialone nano o Carnaroli, a piacere, per 4 (320g, 350 g, 400g, oltre!), tre etti di lamponi freschi, pancetta tesa e stufata 120 g, mezza cipolla tritata, due cucchiai di brandy, brodo per cuocere il riso q.b., burro un cucchiaio e 60 g di burro ghiacciato per mantecare, panna liquida 200 cc (un cartone piccolo del lattaio), qualche goccia di limone, sale e pepe nero.
Devi incominciare stufando la pancetta in un padellino a fuoco basso e con un po' di acqua: quando è pronta sciogli in altra padella il cucchiaio di burro, la cipolla tritata e la pancetta e mescoli con garbo (se proprio non si vuol dire "con amore"), senza fare bruciare il burro. Bagni col brandy e fai sfumare l'odore di alcolico.
Spengi, prendi i frutti e la pancetta con la schiumarola e li metti da parte.
Adesso tosti il riso con queltanto burro che basti e sfumi col liquido di cottura dei lamponi. Cuoci il riso col brodo per sedici minuti, mantechi col burro ghiacciato e i lamponi cotti.
Riempi il biberon con la panna, il limone, sale e pepe, scuoti alla grande. Fai un disegnino sul tuo riso nel piatto.
Spolveri di pepe nero, puoi finalmente sederti
(Grazie Mariachiara per la foto!)
Un blog fatto a uso e consumo degli amici, vecchi e nuovi, per trascinarli in questa grande passione, e perché "invitare qualcuno a mangiare da te significa incaricarsi della sua felicità per tutto il tempo che sta sotto il tuo tetto", e anche perché "cucinare per le persone alle quali si vuole bene significa impegnare del tempo pensando ai loro gusti, alla loro crescita e al loro benessere".
Andiamo a incominciare
Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
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