Andiamo a incominciare

Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.

domenica 27 febbraio 2011

Pizzalandrea

Ricetta che "gira" fra Liguria (è lunga la Liguria, più di 200 kilometri) e sud della Francia, e in ogni luogo porta con sè le modifiche che gelose massaie tramandano alle proprie figlie....
E' quindi con una specie di ritrosia e di timidezza che la pubblico, per la paura che tanti cuochi leggendola commenteranno: "No, non si fa così....". Mi scuso già fin d'ora.

Gli è che è una ricettina chi mi fa impazzire, perchè è una pizza-non pizza, con il suo companatico cotto prima in padella........
Comunque, ragazzi, è da sballo. Potendo bisognerebbe farne una teglia grossa come la padella di Camogli!
Io l'ho anche fatta come stuzzichino per l'aperitivo, tagliata a quadrettini: non posso dire che mi hanno lasciato tutto il resto ma quel vassoio è "evaporato" in pochi attimi. I miei ospiti sanno come farmi felice!

Allora ti prepari la pasta della pizza con mezzo chilo di farina zero, 25 grammi di lievito di birra, un decilitro di olio (ovviamente di riviera ligure!) e l'acqua giusta, tu te ne prepari una caraffina graduata con 300 cc.
Setaccia la farina sulla madia, la disponi a fontana, ci sciogli al centro il lievito con poca acqua, aggiungi l'olio e l'acqua necessaria e incominci a impastare. Aggiungerai il sale giusto, quando il lievito sarà già ben distribuito.
Lo lavori per un quarto d'ora l'impasto, ti dovrà risultare elastico e morbido ma anche con una qualche idea di appiccicosità. Lo metti al caldo (30 °C) coperto dalla "piccagetta", se sei a Genova, altrimente potrai usare, se sei in Francia, un torchon. Se sei altrove (ma insomma!!) ti accontenterai di un vilissimo strofinaccio.
Per un'ora di attesa, durante la quale farai il "resto".

Gli ingredienti del "resto" sono: sei etti di polpa di pomodoro fresco, sei acciughe salate, una grossa cipollabianca, 60 g di olive taggiasche in salamoia (snocciòlale!!), quattro spicchi d'aglio, qualche fogliolina di basilico, un cucchiaio di origano, sale q.b.

Devi mondare la cipolla  e soffriggerla al solito fuoco, più che dolce: quando sarà dorata unisci il pomodoro e lo fai ridurre. Aggiungerai quaindi le acciughine già dissalate e spezzettate e , dopo alcuni minuti togli il tutto dal fuoco.

Quando l'ora è finita stendi la tua pasta sulla teglia (1 cm di spessore) e ci versi sopra il tuo condimento, distribuendolo con grande cura e uniformità. Aggiungi le olivette, i quattro spicchi d'aglio incamiciati, spolveri di origano e fai cuocere in forno già caldo (220 °C) per 10-12 minuti.

Eccola,

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