Andiamo a incominciare

Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.

sabato 11 giugno 2011

Puri, alla euge naturalmente

Arriva l'altra ricettina di cucina indiana, anche questa semplice come la prima.

Ho cercato un pochino di personalizzarla: ricordatevi che dovevo finire la maggiorana. Comunque uno spettacolo, per gli occhi e per la bocca.
La dose, per chi mi ha fatto notare che non metto dosi (Anna The Nice!), varrà per farne una ventina: diciamo che due o tre a persona sono sufficienti, non perchè siano poco digeribili ma perchè comunque un minimo di olio usato per friggerle rimane.
Sono fatte per essere mangiate insieme a qualsiasi cosa, una specie di pane; poi se volete andare sui siti di cucina indiana imparerete tutto. Qui imparate a farvele e basta.

Due etti di farina di grano tenero 00 e uno di farina di grano duro. Un cucchiaio di olio evo e acqua q.b. per l'impasto, relata refero, ne metti un po' per volta. Sale. Olio di arachide per friggere, il litrozzo di buona memoria, ah ah ah...




Questo è il mio impasto: cosa sono quei puntini?













I puntini sono la maggiorana.
Torniamo un secondo indietro: Anna The Nice, che mi vuole bene, mi ha regalato un bel libro di cucina indiana, motivo per cui sarebbe stato sciocco non consultarlo in questa occasione, cosa che ho fatto con grande piacere.
La ricetta del libro usa tre tazze di farina, due di farina bianca e una di farina integrale, il sale e l'olio e aggiunge due cucchiai di coriandolo finemente tritati (oggi non l'ho trovato!), mezzo cucchiaino di curcuma (ok, ce l'ho in casa) e mezzo cucchiaino di peperoncino in polvere (non ce l'ho, io li uso interi).
Ho messo quindi la curcuma, è bella, dà un bel colorino giallo, e la maggiorana.

Dopo una mezzoretta di attesa e di preparazione di altre mille cose, ho fatto il mio impasto in circa una ventina di pezzettini e poi li ho tirati col il mattarello uno ad uno, in modo da farne dei tondi (circa) dello spessore di un paio di millimetri.
Questi sono i due piatti su cui li ho appoggiati:


Alla fine li sbatti in padella con l'olio fumante, uno ad uno, e, miracolo dei miracoli, li vedi gonfiarsi come fossero dei cuscini su cui appoggiare una famelica testa, la mia.

Il grosso del piacere consiste nel vederli, prima di mangiarli.

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