Andiamo a incominciare

Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.

domenica 29 maggio 2011

Cronache Slowfish 9 - il benessere della trota (e di euge)

Il primo evento della mattinata riguarda la trota, che mangio poco ma che mi piace molto.
Ci hanno raccontato di posti, ma soprattutto di persone, che, noncuranti di come va il mondo, hanno creato qualcosa di bello e di buono, che automaticamente, dico io, diventa anche sostenibile.

Un allevamento di Predazzo, in val di Fiemme, che si è sempre occupato di ripopolare (= fare qualcosa per gli altri), con 23 vasche in terra naturale e greto di sassi, alimentato con mangime biologico con pisello proteico e soia. Questo vuol dire cercare di modificare un po' il metabolismo della bestia cercando di farla diventare parzialmente erbivora.
Questo allevamento fornisce solo alcuni fortunati privati, fra cui una trattorietta, un'altra di quelle con cui abbiamo avuto certe telepatie (6 tavoli, 24 coperti, aperto solo la sera), la Berlocca di Predazzo.

Abbiamo assaggiato trota iridea marinata per 6-8 ore in miele di timo, ginepro, sale grosso e rosmarino, lavata e asciugata. Pressochè perfetta.
Vicino a questa, a destra nella foto, c'era una trota fario, più piccola, selvatica, affumicata con fumo freddo, su una fetta di pane fatto in casa con metà farina di frumento e metà (ma non han detto in quali proporzioni) di farro e mais. Tale fetta di pane era stata imburrata con butirro di malga di Primiero (caseificio sociale di Primiero): non è una novità che l'eccellenza degli ingredienti fa del tuo priatto un gran piatto, ma viene a senso.
Ecco la foto


Dopodichè abbiamo assaggiato le trote allevate in un'oasi naturalistica, Crava Morozzo (Cuneo) che viene alimentata dalle acque del fiume Pesio. Mi ha colpito ilo fatto che in un metro cubo, mille litri di acqua, ci stanno 10-15 trote. Chi di noi ha o ha mai avuto un acquario con 70 litri di acqua per ciascun pesce?

La prima che ci hanno fatto assaggiare era marinata in aceto e miele (per i raffinati cito testuale "bello il contrasto acido e dolce") e poi un'altra trota fario, affumicata questa con rovere a temperatura 27 °C.

Eccoli












Infine abbiamo ascoltato la storia di questo giapponese emigrato in Australia, Tetsuya, se ben ricordo, che alleva le trote in Tasmania e ne ha fatto un'industria, di altissima qualità, che gli fa esportare un prodotto nel mondo e non riesco a immaginare a che prezzo.
sito: http://www.t-too.com/
In questa baia della Tasmania, di 50x40 km, in cui sfociano due fiumi "intonsi", e dove non c'è niente di niente, la trota viene allevata per il 90% della sua vita, 18-20 mesi, in mare, in gabbie di 18-20 metri di diametro. La preparazione consiste solo nella sfilettatura e nell'affumicatura a 36 gradi per 4 ore.
Questa trota ci è stata servita con una fettina di limone arricciata e olio evo agrumato al cedro, ricetta tradizionale abruzzese-molisana.
Forse questo, pur essendo un prodotto industriale era davvero il più buono, ma questa è un'idea di euge.


 Ultima considerazione: non sapevo, ma mi pare del tutto intuibile e giusto, che la bestia, qualunque bestia, non deve soffrire, deve morire (per alimentare noi) nella maniera migliore possibile: senza stress, e cioè senza a drenalina nel sangue, la bestia, compresa la trotella, è più buona.
Bisogna adesso aprire il giradischi di buona memoria e mettere quello splendido quartetto (quintetto? non ricordo bene) di Schubert, Die Forelle. Chiudere anche gli occhi, per favore............

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