Andiamo a incominciare

Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.

martedì 21 agosto 2012

Pesto e pomodoro

Ci sono dei post che, mentre li scrivo, non darei due soldi sul loro successo di lettura, e invece mi smentiscono clamorosamente. Per converso ve ne sono altri nei quali profondo tutte le mie energie, sia nella scelta della ricetta sia nella preparazione, ed hanno un ben magro successo di lettori.
Non voglio e non sono in grado di fare un qualsiasi ragionamento su tutto ciò, osservo soltanto
quello che succede.
Per cui non ho nessuna remora a pubblicare quello che mi sono preparato oggi, foss'anche non solo la più stupida e trita ricetta del mio blog ma quella più pubblicata in tutta la rete. Pazienza.
In questo il blog è una cosa bellissima, scrivi in libertà quello che vuoi, come se il mondo intorno non ci fosse, e in fondo è vero, scrivo per me. Mi piacerebbe, che ne so, fra venti anni, ritornare sulle mie parole e leggerle con nostalgia e disincanto. E chi sa fra vent'anni come sarò, e, soprattutto, se farò davvero il cuoco come desidero tanto, adesso (che non lo faccio).

Ho messo nella pentola una dodicina di pomodori san marzano, tagliati in piccoli pezzi, assieme a uno spicchio di aglio. Niente sale per favore. Erano belli maturi, e non potevo metterli tutti nella insalata.
Ieri pomeriggio mi ero preparato il pesto, come al solito, per il quale vi rimando qui: il pesto. (anche se poi il pesto lo faccio sempre a orecchio...)

La lampadina si è accesa quando mi sono ricordato di certi ristoranti e di certi menu, rinchiusi nella directory "passato remoto", che vado a cercare sempre più spesso, e segnatamente delle cosiddette lasagne alla Portofino, uno strato rosso, uno strato verde, uno rosso e uno verde, e così via: chissà se qualcuno le fa ancora.
Detto fatto. Ecco le mie conchiglie col sugo semplice, "alla Portofino".

Eccole:


Nota bene: al lettore per così dire "distratto" ricordo che se decidesse, in un momento di particolare malinconia, di comperarsi la passata e il pesto al supermercato, non mi venga a cercare dicendo che la pastasciuttina che si è così composto non era poi granchè.............



1 commento:

  1. le conchiglie, pasta di forma antica... che nostalgia mi hai fatto venire...
    anch'io semplifico quanto più possibile
    e condivido il messaggio finale sul suggerimento del nosupermercato...
    Ecchecavolo, siamo qua apposta per riportare i bongustai sulla retta via!!!!!!!!!!!

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