Bene, bene, bene......
Tutto è andato molto bene. Praticamente si tratta di un pranzetto (alle 16!) di tre portate, come alla mensa scolastica, tutti i tavoli in fila rivolti verso la "cattedra" dove siedono quelli che ti raccontano e del cibo e del vino. E tu intanto che ascolti mangi e bevi, e intanto che mangi ascolti.
Tutto buono e bello, persino le posatine fatte in materiale riciclato.
Ma quello che mi ha fatto sballare sono queste:
Le moeche. MOECHE!
Una storia appassionante, un po' in mare e un po' in allevamento, questi granchietti a un certo punto fanno la muta, cambiano il guscio, maschi, molli, letteralmente.......
Questo era il mio piattino. Io, intanto che parlavano, non avendole mai mangiate, ho incominciato a levare le zampette, praticamente sono come il cancro dello zodiaco, poi avevano un coperchietto che ho ritenuto opportuno separare, poi.............. mi sono spazzolato tutto. Tutto non solo con un gustino unico ma, ad onta dell'aspetto, morbidissimo.
Andarle a mangiare (o a comperare) nella laguna di Venezia, a Burano, famosa per i merletti, che non si mangiamo proprio.......
E la serata non è ancora finita....
Un blog fatto a uso e consumo degli amici, vecchi e nuovi, per trascinarli in questa grande passione, e perché "invitare qualcuno a mangiare da te significa incaricarsi della sua felicità per tutto il tempo che sta sotto il tuo tetto", e anche perché "cucinare per le persone alle quali si vuole bene significa impegnare del tempo pensando ai loro gusti, alla loro crescita e al loro benessere".
Andiamo a incominciare
Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
venerdì 27 maggio 2011
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me le son godute le tue cronache e, conoscendoti, mi sembrava di sentirti parlare...
RispondiEliminaAssolutamente il prossimo anno ci sarò anch'io...
Anna
Ciao!Complimenti per il blog! Non ho mai assaggiato le moeche ma le sto cercando da una vita per farle..mi sa che mi toccherà andare a mangiarle in un ristorante!
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