Non ho mai messo nel blog una marmellata, e questa è quindi la volta buona. Mi sono trovato "regalato" i limoni "buoni", tirati giù dalla pianta e non trattati. Ho comperato dei bei tarocchi IGP, uno l'ho anche assaggiato.
E' stata anche l'occasione per tirare fuori dagli scaffali della mente quell'aureo libriccino, numero 138 del mio personalissimo elenco, intitolato "Tempo di marmellate". Andate a vedere l'elenco che c'è qualche novità......
La ricetta è questa: ci vogliono un kilo di arance e due di limoni. Le arance le ho lavate con il bicarbonato, i limoni, della cui provenienza ero sicuro, li ho lavati, bene, solo con l'acqua.
Devi fare la frutta a pezzettini e levare i semi ma non le bucce. Io l'ho frullata ma, ridiscutendone con gli assaggiatori, avrei anche potuto tenere qualche pezzettino di buccia a parte. In pentola con due bicchieri di acqua. Cuoci a fuoco lentissimo per 40 minuti dall'inizio della bollitura. Mi sono permesso di aggiungere una stecca di vaniglia, intera. Dopo 40 minuti si presume che la parte acquosa sia evaporata. Trovi quindi un qualche sistema per pesare quello che resta e aggiungi 700 g di zucchero semolato per kilo di polpa cotta.
Altri 20 minuti di cottura potranno bastare, mescolando sempre che lo zucchero non si attacchi.
Riscalda i vasi nel forno e riempili.
Facile, no? Ma soprattutto solo ingredienti genuini, che poi è l'unica cosa che mi interessa.
Un blog fatto a uso e consumo degli amici, vecchi e nuovi, per trascinarli in questa grande passione, e perché "invitare qualcuno a mangiare da te significa incaricarsi della sua felicità per tutto il tempo che sta sotto il tuo tetto", e anche perché "cucinare per le persone alle quali si vuole bene significa impegnare del tempo pensando ai loro gusti, alla loro crescita e al loro benessere".
Andiamo a incominciare
Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
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Deliziosa. E con la chicca della stecca di vaniglia...immagino l'aroma.
RispondiEliminaIo, invece, a proposito di ingredienti genuini, ultimamente ho "peccato". Un po' per mancanza di tempo, un po' per pigrizia, ho usato la pectina. Non succederà più.
Ancora un caro saluto. Sono contenta di aver scoperto questo tuo blog. Originale, divertente e ricco di spunti.