Si avvicina per tutti l'estate e una bella pasta fredda è un modo di incominciare il pasto della sera di tutto rispetto, specie se si mescola dolce e salato, che è uno dei miei pallini.
La ricetta l'ho imparata da Barbara, che non finirò mai di ringraziare per tutte le belle cose che mi ha insegnato, e potrei dire anche quando, l'11 giugno del 2008. Perchè io sfoglio e risfoglio le mie dispense, alla ricerca di sempre nuove suggestioni per il nostro blog.
Veramente Barbara la ricetta la faceva con le farfalle, ma questo è un dettaglio. Sono andato da un certo negozietto genovese, EVO si chiama, dove non solo ho comperato un pane calabrese con un profumo d'infanzia, ma ho anche trovato la pasta di un pastificio di Torre Annunziata, direi un prodotto di nicchia (nel senso che alla Coop non la trovi proprio), ma con un sapore e una tenuta di cottura notevoli. E poi, guardando nel sito, trovi tante forme strane, che stimolano la tua fantasia ai piatti più divertenti. Quindi vi metto la foto della pasta, anche se non so bene se posso farlo, la metterò piccolina.
Incominciamo quindi con la ricetta: la pasta quella che ci vuole per 4 umani, prosciutto crudo (il Parma secondo me è perfetto) uno o due etti, un mango bello maturo, un mazzetto di rucola, la citronette.
Cuoci la tua pasta in tanta acqua salata, la scoli e la fai raffreddare con un filo di olio perchè non diventi un'inutile palla. Sbucci e fai a cubetti il mango, tagli il prosciutto a striscioline (e perchè no a cubetti?), aggiungi la rucola lavata e la tua citronette (dose cho ho usato stasera: 25 cc di succo di limone, 75 di olio riviera ligure, sale, agitati nel biberone, ovviamente, per fare l'emulsione).
Mescoli, ovviamente, e con un po' di garbo. Versi nei piatti, eccola,
Un blog fatto a uso e consumo degli amici, vecchi e nuovi, per trascinarli in questa grande passione, e perché "invitare qualcuno a mangiare da te significa incaricarsi della sua felicità per tutto il tempo che sta sotto il tuo tetto", e anche perché "cucinare per le persone alle quali si vuole bene significa impegnare del tempo pensando ai loro gusti, alla loro crescita e al loro benessere".
Andiamo a incominciare
Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
martedì 17 maggio 2011
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