E' una mia ricetta "storica", ma l'ho fatta una volta sola, quella della foto, ormai qualche anno fa, letta su "La Cucina Italiana".
Trovo però che sia una ricetta veramente carina.
Fai il pesto "alla genovese" come al solito: basilico nostro, aglio (quanto ne vuoi, se lo vuoi), sale, pinoli, olio evo, parmigiano e pecorino sardo metà per uno o in proporzione a piacere.
Poi fai il pesto "alla trapanese": di nuovo aglio (vedi sopra) e basilico, mandorle che avrai pelato col sistema dello shock termico, il prodotto della sfilettatura di cinque pomodori cuore di bue di media taglia.
Anche questo pesto devi frullarlo, con l'avvertenza che comunque, anche se il pomodoro l'hai pulito bene dall'acqua di vegetazione, resta comunque un po' acquoso: bisognerà quindi frullare il pomodoro per primo e poi passarlo in un colino a rete molto fitta.
Una volta rimesso il pomodoro “asciugato” nel frullatore aggiungerai l'aglio, il basilico (tanto quanto se ne è usato per il pesto genovese), le mandorle frantumate.
Anche questo pesto devi frullarlo, con l'avvertenza che comunque, anche se il pomodoro l'hai pulito bene dall'acqua di vegetazione, resta comunque un po' acquoso: bisognerà quindi frullare il pomodoro per primo e poi passarlo in un colino a rete molto fitta.
Una volta rimesso il pomodoro “asciugato” nel frullatore aggiungerai l'aglio, il basilico (tanto quanto se ne è usato per il pesto genovese), le mandorle frantumate.
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