E' difficile ricominciare dopo il tripudio dello Slowfish. Ma bisogna pur riprendere, e con qualche ricetta un po' carina.... e non è semplice.
Colgo l'occasione per proporvi una ricetta storica della mia casa, che viene ancora adesso fatta, non con grande frequenza ma sempre con grande soddisfazione, e domani la faccio: quindi stasera la racconto e domani metterò la foto. Per stasera potete accontentarvi.
Non è detto che perchè sia una minestra allora debba essere un piatto da poco, o un piatto invernale. Anche in una sera di una stagione come questa, in cui l'anticipo dell'estate preannuncia una stagione infuocata senza soluzione di continuità, questa minestra a temperatura ambiente potrà soddisfare le papille gustative e gli occhi, ma soprattutto i vostri recettori olfattivi.
Ho cercato, magari un po' frettolosamente, ricette simili in rete ma non ne ho trovate, la maggior parte sono di una pasta che poi finisce in forno: il bello di questa è invece che è proprio una minestra.
Le dosi non ce l'ho, e del resto è giusto così, nel senso che si potrà privilegiare leggermente l'ingrediente che piace di più, ma grosso modo le patate equivarranno al pomodoro.
Non c'è bisogno di dirlo, almeno qui, ma lo ripeto lo stesso: eccellenza negli ingredienti!
Conta 50 g di pasta a cranio e per quattro due patate di media grossezza e tre pomodori.
Devi farti le patate a cubetti di un paio di centimetri, e le fai soffriggere assieme alla cipolla, di Tropea, indi aggiungi una bella manciata di origano (calabrese). Quando la cipolla è bionda aggiungi la passata di pomodoro fresco che ti sei appena fatta e l'acqua, tanta quanta te ne servirà per cuocere la pasta, che non è poi molta. Questo concetto lo capisci bene la prima volta che ti fai la pasta "a risotto".
Visto che hai messo acqua e pomodoro un po' di sale ci vorrà per forza.
La pasta perfetta, secondo me, sono quei piccoli tubetti che rispondono al nome di ave marie (chissà poi perchè hanno questo nome).
Minestra più che povera ma con grande profumo.
Per chi pensa, leggendola, che saprà comunque di poco, perchè a lui piace il salato, che ci aggiunga il dado, ci mancherebbe, ma patate, cipolle e pomodori eccelsi dovrebbero bastare.
A domani la foto: per adesso sognatevela!
Ecco le foto, appena finito di cucinarla.
E' giusto quindi mettere le dosi: due patate che han fatto mezzo kilo, cinque pomodori, sei etti da passare, una cipolla di Tropea, due etti di ave marie.
ecco la mia passata
patate, cipolle e origano
adesso ho aggiunto il pomodoro
l'ultima cosa, le ave marie
Eccola la mia minestra estiva!
Un blog fatto a uso e consumo degli amici, vecchi e nuovi, per trascinarli in questa grande passione, e perché "invitare qualcuno a mangiare da te significa incaricarsi della sua felicità per tutto il tempo che sta sotto il tuo tetto", e anche perché "cucinare per le persone alle quali si vuole bene significa impegnare del tempo pensando ai loro gusti, alla loro crescita e al loro benessere".
Andiamo a incominciare
Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
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