Questa cosa degli strozzapreti (meglio detti strangugliaprièviti) ha sempre stuzzicato la mia curiosità. Mi immaginavo grassi prelati, pelati, seduti a tavole imbandite, con i bottoni della tonaca unti dal cibo colato dalla bocca, insomma, intenti ad abbuffarsi: sennò come fai a strangolarti? Ci potrebbe essere anche un seguito: una volta che il reverendo di turno si sia "strangolato" ecco che compare un gigantesco cameriere che, con grande naturalezza, gli somministra la manovra di Heimlich, che chi non la conosce se la va a leggere qui, che impara anche qualcosa di utile: Heimlich.
E il prete, già cianotico, dopo un attimo riprende, come se niente fosse, la precedente attività......
Sia ben chiaro: non voglio offendere nessuno, ci mancherebbe, sono stato (internato) otto anni in una scuola di preti. E' comunque vero che questa pasta non si chiama strozza-architetti o strozza-postini, quindi: nomen omen, nel nome il destino.
Fra l'altro ci sono un sacco di diversi tipi di pasta che hanno questo nome: quella che io oggi ho cucinato è questa
Il fattore comune è che sono tutte piuttosto impegnative per la digestione.
Qusta di oggi ha voluto un buon quarto d'ora di cottura, più la saltata.
La ricetta è presa dallo stesso libro da cui ho tratto quella dei Corzetti, e a cui vi rimando.
Scalda la tua saltiera e quando è rovente butti la cipolla di Tropea tagliata a fettine sottili sottili, per il lungo, e subito dopo l'olio, la ricetta dice quattro cucchiai, io un po' di più, dodici. Quando la cipolla ha preso il colore e si è ammorbidita butti i pomodori tagliati (a quarti) e uno spicchio d'aglio tagliato a fettine sottili.
Riguardo il pomodoro oggi ho scelto i Piccadilly, su consiglio del verduriere, che non si è sbagliato. A proposito del Piccadilly vedi: Piccadilly
Regola di sale e pepe e fai cuocere fino a che i pomodori iniziano ad ammollarsi: è questo il momento di aggiungere uno o due mazzi di rucola e di farli appassire per un minuto. Unisci infine un mestolino di acqua della pasta e la tua salsa è pronta e il mio commensale, consolazione del suo papà, mi ha dato almeno 9,5/10.
Bon appetit
p.s. ho messo, come promesso, anche la foto con la divisa, per chi oggi non ha riso abbastanza. Cercatela
euge
Un blog fatto a uso e consumo degli amici, vecchi e nuovi, per trascinarli in questa grande passione, e perché "invitare qualcuno a mangiare da te significa incaricarsi della sua felicità per tutto il tempo che sta sotto il tuo tetto", e anche perché "cucinare per le persone alle quali si vuole bene significa impegnare del tempo pensando ai loro gusti, alla loro crescita e al loro benessere".
Andiamo a incominciare
Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
venerdì 30 settembre 2011
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Non trovo la foto di te in divisa...un aiutino?
RispondiEliminaTrovata!! sei un mito!
RispondiEliminaE così ti sei dovuta scorrere tutta la pagina.........
RispondiEliminaarrivederci al 20 ottobre, ciao!
Ciao zio sono lo! Preparato e mangiato: ottimo!!
RispondiEliminaGrande Lorenzo!
RispondiElimina