Ho ordinato un arrosto di tacchino, perchè faccio sempre l'arrosto di manzo e qualche piccolo cambiamento bisogna ben farlo.
Oggi mi appresto ad incominciare e scopro che nel pacchetto l'arrosto di tacchino è una grossa fetta di (petto di) tacchino, la qual cosa mi ha lasciato un attimo sconcertato.
Ho dovuto fare di necessità virtù, e sono rimasto così soddisfatto che la ricetta la condivido qui.
Sulla fetta ci ho appoggiato sopra qualche fetta di prosciutto cotto e cinque o sei foglie di erba salvia, poi l'ho arrotolata e l'ho legata. L'ho maneggiata con un po' di olio e poi l'ho avvolta di erbe di Provenza bio, che mi ha regalato Pia (grazie!).
Dopodichè ho fatto il mio solito arrosto morto: rosolato in padella con l'olio e successivamente cotto, a fuoco basso e incoperchiato, aggiungendo alla bisogna solo altro olio. Mi sono aiutato con la sonda perchè il tacchino non è il manzo, l'ho spento a 70 °C.
Affettato e ricoperto del suo olio filtrato col colino. Veloce e di ottimo sapore.
L'ho accompagnato con le patate alla Jamie Oliver (vedi post di lunedì scorso) fatte all'origano.
Anche i Yorkshire pudding non ci stavano male.
E questo è il mio piattino:
Un blog fatto a uso e consumo degli amici, vecchi e nuovi, per trascinarli in questa grande passione, e perché "invitare qualcuno a mangiare da te significa incaricarsi della sua felicità per tutto il tempo che sta sotto il tuo tetto", e anche perché "cucinare per le persone alle quali si vuole bene significa impegnare del tempo pensando ai loro gusti, alla loro crescita e al loro benessere".
Andiamo a incominciare
Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
domenica 18 settembre 2011
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Ciaoooo! Che buono questo arrosto!
RispondiEliminaIo ho aggiuto al prosciutto anche una frittatina molto semplice e degli spinaci, devo dire che in effetti è veramente molto buono ed anche economico.
RispondiEliminaGrazie per il suggerimento