Questa ricetta l'ho letta per la prima volta alla fine di luglio, nel blog di Chiara, "La voglia matta", che è un signor blog, non è una cosa casareccia come il mio. Me la sono segnata, ci ho ripensato due o tre volte e ieri a mezzogiorno l'ho fatta.
La ricetta è qui: Peperoni ripieni di cus cus
Non c'era alcun bisogno di provarla, è, come ho detto a Chiara, una splendida ricetta che mi ricorda una lontana vacanza a Corfù. Ed è in sè perfetta perchè ha il dono della semplicità. Naturalmente l'ho fatta, come tutto ormai, di corsa, e non ho usato il mio cus cus solito. Comunque anche con quello "qualsiasi" viene bene. A qualcuno gli ingredienti potranno sembrare pochi ma il loro stare insieme ha comunque un perchè. Vi sconsiglio vivamente di aggiungerne, forse potreste, ma dopo lunga riflessione, sostituirne qualcuno.
Ma feta, olive e basilico sono difficilmente sostituibili.
Naturalmente, come potrete vedere dalla foto, il cappellotto si è bruciacchiato..... non era il mio solito forno.
Grazie ancora Chiara!
Un blog fatto a uso e consumo degli amici, vecchi e nuovi, per trascinarli in questa grande passione, e perché "invitare qualcuno a mangiare da te significa incaricarsi della sua felicità per tutto il tempo che sta sotto il tuo tetto", e anche perché "cucinare per le persone alle quali si vuole bene significa impegnare del tempo pensando ai loro gusti, alla loro crescita e al loro benessere".
Andiamo a incominciare
Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
lunedì 26 settembre 2011
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Grazie infinite per le tue parole e per aver provato una mia ricetta Euge!Non preoccuparti per i cappellotti bruciati....
RispondiEliminaDavvero invitante...e a me "l'abbronzatura" non dispiace affatto ;-)
RispondiEliminaGrazie della visita e buona giornata