Me incredulo ma il pesto con i pomodori secchi è al secondo posto nella lista dei più letti.
Purtroppo, però, non ho lettori ragusani o della regione iblea, o perlomeno non abbastanza attenti.
La storia di questo sugo per la pasta, che io immaginavo frutto di una fantasia culinaria di alto livello, ma recente, è storia invece antica.
Vagando per la rete, come faccio io nei momenti di relax, mi sono imbattuto nella Capuliata, conserva di pomodoro tipica del ragusano (precisamente di Vittoria, sembrerebbe) e scorrendo le pagine ho capito molto rapidamente che è la mamma della ricetta che ho pubblicato io.
E' infatti una conserva di pomodori secchi, macinati e mescolati insieme ad olio, aglio, basilico, origano e peperoncino. Il sale non è citato.
Io l'ho fatta così:
dato che penso in grande stamattina al mercato (temperatura percepita: non ce la faccio!)
mi sono comperato un kilo di ciliegini secchi (euro sedici)
e tre bei mazzi di basilico, dei quali ne ho usato circa mezzo (euro quattro)
il resto l'avevo in casa, cioè
l'aglio, di Nubia, evidentemente
e il peperoncino
e naturalmente l'olio siciliano che compero da certi amici che, per soprammercato, ci aggiungono un vasetto di origano dal profumo infinito.
Quindi ho mescolato tutto dentro un'idonea boulle
(io ho la fissa delle boulle, me ne compererei decine, tutte diverse fra loro per un centimetro di diametro, così da metterle l'una dentro l'altra, anche enormi, del diametro di un metro, se esistessero; adoro le boulle di ceramica, quelle bianche con le righe verticali, che erano nelle case delle nonne, compero, perchè sono sempre di corsa e non posso perdere troppo tempo a lavarle, quelle colorate di Moplen, specie quelle fucsia, ah ah ah)
Ho inizialmente provato a macinare il pomodoro nel mio Kenwood chef, ma sapevo che non ce l'avrei fatta: già fare la pasta fresca richiede uno sforzo erculeo, far passare i pomodori secchi nella vite senza fine e farli uscire da quello stretto pertugio da cui passano le linguine ho reputato essere impresa al di là delle mie forze e al di là della stagione.
Per cui ho pensato (mi sbaglierò?) che il gusto della mia Capuliata non avrebbe granchè sofferto se avessi tritato tutto nel vecchio robot, che però ha una tazzona bella capiente.
Detto fatto: occhio che ci vuole tanto olio, diciamo che per il mio kilo di pomodori ce ne sarà voluto quasi mezzo litro.
Qui è come ho tirato fuori la mia capuliata dal robot:
e questi sonoi miei meravigliosi vasetti, finiti, con un filo d'olio in cima e certi pesciolini verdi che occhieggiano.
Per come è fatta immagino che possa stare in frigo un bel po', ma non credo............
Un blog fatto a uso e consumo degli amici, vecchi e nuovi, per trascinarli in questa grande passione, e perché "invitare qualcuno a mangiare da te significa incaricarsi della sua felicità per tutto il tempo che sta sotto il tuo tetto", e anche perché "cucinare per le persone alle quali si vuole bene significa impegnare del tempo pensando ai loro gusti, alla loro crescita e al loro benessere".
Andiamo a incominciare
Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
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Euge andiamo con ordine, 1) la bottarga deve essere rigorosamente sarda, anzi di Orbetello, adesso ti spiego, la famosa bottarga di Cabras, quella che da sempre viene fatta a Cabras, adesso non la fanno più, il perché non si capisce bene, ma anche in sardegna se non stai attento ti rifilano la bottarga che viene dalla Tunisia, che a tutto assomiglia fuorché alla bottarga. 2) La bottarga di Orbetello, è migliore perché i muggini sono nutriti meglio e non con i mangimi, sono sicuri, e soprattutto è sicura la lavorazione, e la pulizia, per cui, la prossima volta compra la bottarga di Orbetello o della bella bottarga, larga e chiara, mai scura, mi raccomando, che abbia un buon prezzo e forse prendi bottarga sarda, ce ne è rimasta poca. Ho anche saputo che loro comprano i muggini da Orbetello e li lavorano in loco.
RispondiEliminaI pomodorini li faccio tutti gli anni, ma li pago la metà, la mia verdumaia è molto onesta, me li ordina apposta per me ne pnredo sempre 5 chili e li metto nei barattoli, prima gli faccio il trattamento e poi nei barattoli...ciao carissimo, e ricordati che la bottarga sta bene con tantissime cose, basta che sia buona, quando è amara non va...
adoro la cucina siciliana e quindi sono rimasta incantata dal tuo post ! buona giornata e grazie per essere passato da me...
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