Ah, ah, ah, dovrò ben far vedere che a scuola studio anche il francese......
Mi sono accorto che nel blog manca questo risotto, di recente rifacimento, e devo pertanto mettercelo.
Sarà soltanto una delle innumerevolissime ricette: non mi importa poi granchè, ma è come lo faccio io e ai miei commensali dà sempre grande contentezza. Tanto mi basta.
Oltretutto è una delle ricette imparate alla mia prima scuola, svariati anni fa.
Per quattro.
I frutti di mare che devi comperare potrebbero essere: un calamaro, tre etti di gamberi (o mazzancolle), tre etti di vongole e mezzo chilo di muscoli: è ovvio che qui la scelta è legata alla disponibilità del giorno del tuo fornitore. Penso che le cozze e le vongole non debbano però mancare.
Intanto puliamo queste. Per le vongole è opportuno il "metodo dello Chef", che non mi ha mai tradito. Gli unici che non lo potranno usare sono i miei lettori ipoacusici. Se fai cadere nella plonge le tue vongole, da un'altezza di circa 50 centimetri, becchi subito quella (o quelle) con la sabbia dentro: fa un rumore ben diverso. Per le cozze basterà una spazzolata e lo strappo della barba tirandola verso l'alto.
Io le metto in due pentole con due dita di vino bianco, non vedo perchè debba essere vino da poco. E un po' di gambi di prezzemolo. Si accende il fuoco e si incoperchia. Si apriranno tutte rapidamente. Si leva da entrambe il frutto e SI CONSERVA IL LIQUIDO DELLA LORO COTTURA, FILTRANDOLO COL VECCHIO FAZZOLETTO DA NASO DI COTONE. E' IL MARE, ed è il sapore del tuo risotto.
Il calamaro lo pulisci e lo tagli a pezzetti. Lo rosoli con un cucchiaio di olio evo, gli regali anche a lui due dita dello stesso vino bianco e uno spicchio d'aglio incamiciato. Lo finisci di cuocere con un pomodoro San Marzano, bello maturo. Non ha bisogno di diventare stramollo, finirà di cuocere nel riso.
Le mazzancolle (o i gamberi) hanno bisogno soltanto di un tuffo, in abbondante acqua bollente salata, pochi secondi. Poi li tiri su e li raffreddi.
Ricordati anche che hai bisogno di un po' di brodo vegetale: sii un gran Signore, fattelo la sera prima con le verdurine fresche.......... altrimenti usa il maledetto dado.
Ecco che puoi partire col riso.
Carnaroli o Vialone è un eterno dilemma che ognuno decide di risolvere a modo suo.
Tre etti per quattro sono comunque veramente pochi.
Lo tosti con l'olio e lo bagni col vino. Quando non senti più l'odore alcoolico inizi a cuocerlo con il brodo, e fai partire il contaminuti. Dopo la prima mestolata di brodo potrai aggiungere il mare, come sopra detto.
A metà cottura butti nel risotto i gamberi e il calamaro e anche uno o due altri San Marzano, schiacciati forte nel pugno così da sprizzare il loro sugo rosso sulle pareti della cucina e sulla tua Lacoste bianca, se non sarai così accorto da mettere la mano dentro la pentola.
Vongole e muscoli entreranno nella pentola solo a due minutini dalla fine.
Spegni, ma non è finito.
Prezzemolo tritato, tanto.
Un filo d'olio, il più buono che hai.
Tre minuti di silenziosa attesa, piena di speranza.
Se sei stato previdente ti sei tenuto un gambero a piatto, per decoro.
Un blog fatto a uso e consumo degli amici, vecchi e nuovi, per trascinarli in questa grande passione, e perché "invitare qualcuno a mangiare da te significa incaricarsi della sua felicità per tutto il tempo che sta sotto il tuo tetto", e anche perché "cucinare per le persone alle quali si vuole bene significa impegnare del tempo pensando ai loro gusti, alla loro crescita e al loro benessere".
Andiamo a incominciare
Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
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