Ricetta piccolissima, che evidenzia come non solo i sapori ma anche i profumi abbiano un ruolo di primo piano in cucina.
Dovrai soltanto andare dal tuo pollivendolo di fiducia e farti preparare delle fettine di petto di pollo, le più sottili che lui riuscirà a fare. Devi stimolarlo a dare il meglio di sé stesso.....
La ricetta nasce col passaparola: una paziente, in ospedale, sentendomi parlare col Collega di cucina (guarda caso!), mi ha chiesto se conoscevo questa ricetta. Alla mia risposta negativa me la ha raccontato, così come te la racconto.
Ripensandoci in questi giorni trovo parecchia vicinanza col salmoriglio siciliano.
Non dovrai far altro che stendere le tue fettine di petto di pollo e ricoprirle con succo di limone, pangrattato finissimo, origano e pecorino grattugiato. IO ci aggiungerei anche una strofinata di aglio, ma lei non me lo ha detto.
Una volta chiusi gli involtini con lo stecchino li puoi grigliare. Fine. Very easy and speedy.
Io li ho di nuovo ricoperti di pangrattato e li ho sbattuti sulla vetroceramica, per far prima.
La prossima volta li metto in forno.
Comunque sia, mi ripeto, il bello sarà il profumino che ti si sprigionerà in bocca. Et de hoc satis.
Bon appetit!
Un blog fatto a uso e consumo degli amici, vecchi e nuovi, per trascinarli in questa grande passione, e perché "invitare qualcuno a mangiare da te significa incaricarsi della sua felicità per tutto il tempo che sta sotto il tuo tetto", e anche perché "cucinare per le persone alle quali si vuole bene significa impegnare del tempo pensando ai loro gusti, alla loro crescita e al loro benessere".
Andiamo a incominciare
Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
venerdì 6 aprile 2012
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