Lo sapete bene che io vado a periodi, o a mode, ed è ritornata quella della Guinness. Metterei la Guinness dappertutto, mi piace troppo, anche se debbo dire che, nella mia piccola cerchia di amici, sono pressoché l'unico. Pazienza, me la bevo da solo, anche perché quella strana pallina bianca mi fa impazzire.
Avevo pertanto gli stinchi portati dalla montagna, conservati sottovuoto, che imploravano ormai di essere cotti in qualche maniera. Lo stinco, alla fine della fiera, più che sbatterlo in forno con un po' di odori in forno non si fa, ed era proprio quello che volevo evitare. Volevo una ricettina nuova. Mi è venuto in soccorso questo blog, Murzillo Saporito, carino nel nome e nei contenuti, con la ricetta che cercavo io, ed è proprio questa: Stinco alla Guinness.
E' consigliata per Natale ma che vuol dire? Ogni domenica può essere Natale se si cucina per amore.
Non ho cambiato proprio niente. Solo che l'ho fatta nella paellera, che era l'unico contenitore che mi permetteva di deglassare il fondo di cottura.
Fra l'altro ho anche assaggiato le mele annurche, buonissime crude e strabuone cotte.
Ecco la mia pirofila. Posso ben dire che la Guinness ha dato agli stinchi quella marcia in più che cercavo.
Provare per credere.
Un blog fatto a uso e consumo degli amici, vecchi e nuovi, per trascinarli in questa grande passione, e perché "invitare qualcuno a mangiare da te significa incaricarsi della sua felicità per tutto il tempo che sta sotto il tuo tetto", e anche perché "cucinare per le persone alle quali si vuole bene significa impegnare del tempo pensando ai loro gusti, alla loro crescita e al loro benessere".
Andiamo a incominciare
Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
martedì 7 febbraio 2012
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Bellissimi i tuoi stinchi....viene proprio la voglia di prenderli a morsi....sono contenta che la ricetta sia riuscita!
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