Questa ricetta è la storia di una riflessione che ho fatto su come voglio cucinare.
Tutto incomincia dal mio ultimo acquisto, la sfogliatrice, o lasagnatrice che dir si voglia, da "attaccare" al mio robot. Adesso finalmente posso impastare nel bicchierone e poi tirare la sfoglia come voglio. Nelle mie fantasie non vi era alcun bisogno di rulli con le trafile per tagliolini, fettuccine o quant'altro. Basterà tirare la sfoglia, avvolgerla su sè stessa e poi tagliarla con il coltello, e srotolarla. Nulla di difficile. Ma le fantasie hanno il limite che tutto sembra semplice e rapido: quando poi ti ci metti, e mancano due ore all'arrivo degli amici, incominciano le difficoltà:ma forse il divertimento è proprio questo.....
Ho buttato nella tazza otto uova intere, il sale, lo zucchero e un pochino d'olio, e ho iniziato a impastare, o meglio, a far impastare dalla macchina. In dieci minuti son riuscito a ottenere la mia palla e, tutto contento ho incominciato, con palline poco più piccole del mio pugno, a tirare la sfoglia, due o tre volte col numero 1 e poi a scalare fino al 5, sempre più sottili. E così ho ottenuto una bella sfoglia grigio-gialla, una settantina di centimetri. Bene bene, adesso l'arrotolo e la taglio. Aaaaaaaarghhhhhhhh!!!! Si appiccica tutta! Non la riesco a srotolare! C'aggi'a fa?
Vabbè, intanto la prima la reimpasto. Sono giunto a un discreto risultato facendo così: la sfoglia, una volta tirata, l'ho infarinata e l'ho lasciata ad aspettare qualche minuto, il tempo di tirare la successiva. Certo che fare le tagliatelle tutte uguali era richiesta superiore alle mie possibilità, per cui l'ho fatte tutte diverse, e le ho chiamate, a motivo della larghezza ma anche dello spessore, pappardelle integrali.
Eccole, di esse debbo dire che sono molto fiero....
..... forse perchè mi contento di poco!
Il sugo che volevo fare, cioè che avevo in testa, non esiste in nessun libro. L'ho dovuto inventare. Questo perchè il secondo piatto era una montagna di bollito (che son due giorni che stiamo smaltendo) e non mi sembrava nè intelligente nè simpatico fare una sugo "pesante".
Allora ho fatto un ragionamento: voglio fare un sugo di verdure, ma quali verdure? Niente di più semplice, le verdure che mi offre la stagione, che sono le più buone, le meno care e quindi le più reperibili sul mercato. E allora mi sono preso una delle tante tabelle della stagionalità di frutta e verdure e ho scorso con attenzione la colonna di novembre. E intanto l'idea maturava......
Ecco il mio sugo, a base di carciofi, certo, e quindi non molto originale, ci mancherebbe, non sono mica Escoffier!
Metti il porro affettato a soffriggere e quando è colorato ci butti carciofi e li fai un po' insaporire. Dopodichè li sali e ci metti un po' di acqua (o brodo, se vuoi). Non c'è santo, i carciofi, per sottili che li affetti non riescono ad ammorbidire senza cuocere nel liquido. Li ho portati quindi a cottura incoperchiati. Nel frattempo ho saltato in padella due cespi di trevigiana tardiva, quella con i riccioli, con l'olio evo e un'aglio incamiciato.
Alla fine ho messo le due cose insieme. Naturalmente non avrei voluto finire la ricetta così, nel senso che mi ero anche pensato di sbriciolarci sopra alcune noci, perchè ho in casa certe noci appena tirate giù dall'albero, tutte nere, proprio buone. Ma l'ansia di arrivare in tempo mi ha fatto dimenticare questa aggiunta finale, a mo' di spolverata di parmigiano.
Ma voi, sempre che abbiate voglia di farvi questo sughetto, mettetecele, non ho bisogno di averle assaggiate per immaginare che ci stiano bene.
La pasta è piaciuta, parecchio, e questa è la mia più grossa soddisfazione.
Eccola:
Riconoscerete agevolemente nella foto le striscioline di trevigiana.
P.S. La pasta che mi sono fatto da me, ripeto con farina integrale, uova, olio, sale e zucchero, ha il pregio di una digeribilità assoluta. Nulla a che vedere con le paste del commercio: e questo vorrà pur ben dire qualcosa (additivi, conservanti, cazzi, mazzi, ecc ecc).
Bonne nuit
Un blog fatto a uso e consumo degli amici, vecchi e nuovi, per trascinarli in questa grande passione, e perché "invitare qualcuno a mangiare da te significa incaricarsi della sua felicità per tutto il tempo che sta sotto il tuo tetto", e anche perché "cucinare per le persone alle quali si vuole bene significa impegnare del tempo pensando ai loro gusti, alla loro crescita e al loro benessere".
Andiamo a incominciare
Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
lunedì 7 novembre 2011
Euge, la pasta fresca e le ricette "pensate"
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ci credo che non abbia nulla a che vedere con quelle comperate, di sicuro ha quella porosità giusta per abbracciare il sugo...Complimenti !
RispondiEliminaMa non puoi fare confronti, vuoi mettere la pasta fatta in casa con quella comprata, non c'è storia....complimenti anche per il sugo, hai ottenuto un piatto strepitoso!
RispondiEliminaI vostri complimenti mi fanno sempre molto piacere!
RispondiEliminaE' vero, la pasta fatta in casa, non importa con quanta fatica, non ha il paragone.
scusa Eugenio, mi spieghi perchè metti lo zucchero?
RispondiEliminaciao e a presto
donatella (chef per caso)
Per Donatella: grazie di essere una lettrice così attenta!
RispondiEliminaHo fatto una confusione con la patè a foncer, dove lo zucchero ci va.
La ricetta della pasta, desunta dal ricettario Kenwood è pertanto: 1 kilo di farina di grano tenero (700 tipo 00 e 300 tipo 0), un cucchiaino da tè, raso, di sale fino, 5 ml di olio di oliva e otto uova leggermente sbattute.
L'ho provata!!! Semplicemente divina!!!!
RispondiEliminaAmmetto, ho fatto una piccola variante, dovuta al fatto che in frigo avevo dei cardi anzichè dei carciofi, però il successone c'è stato lo stesso!!! Marvy
Per Marvy: ottima l'idea dei cardi, non me la farò mancare. Grazie
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