Ma in cucina non c'è nulla di nuovo......
ci può essere soltanto il desiderio di ripetere, con qualche piccola modifica, ricette lette o ascoltate, o mangiate altrove.
L'imperativo categorico è però quello di usare gli ingredienti migliori che trovi, ma questo lo scrivo sempre.
Questo pesto, rispetto a quello genovese, ha due cambiamenti il basilico e i pinoli, rispettivamente sostituiti con la trevigiana tardiva (o anche il radicchio rosso) e le noci. Per il resto è uguale. Eppure il gusto è sinceramente diverso. Non si tratta di giudicare cosa è più buono, si tratta di fare esperimenti.
Però questo pesto ha il vantaggio, non indifferente, di essere preparato un poco più rapidamente di quell'altro.
Le mie dosi possono essere dimezzate, diciamo che possono andare bene per sei.
Trevigiana due etti puliti, anche due e mezzo. Noci un etto già pulite. 50 grammi di parmigiano e 50 di pecorino. uno spicchio d'aglio o mezzo. Il sale e l'olio evo (riviera ligure) giusti.
Nel mixer metti prima noci, aglio e un po' di olio e fai la cremina. Poi aggiungi la trevigiana già fatta a pezzettini e il formaggio grattugiato. Frulli, aggiusti di olio e di sale et voilà
Bon appetit
Un blog fatto a uso e consumo degli amici, vecchi e nuovi, per trascinarli in questa grande passione, e perché "invitare qualcuno a mangiare da te significa incaricarsi della sua felicità per tutto il tempo che sta sotto il tuo tetto", e anche perché "cucinare per le persone alle quali si vuole bene significa impegnare del tempo pensando ai loro gusti, alla loro crescita e al loro benessere".
Andiamo a incominciare
Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
martedì 6 marzo 2012
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Deve essere buonissimo,brava!
RispondiEliminaScrivo qui, solo perché è l'ultimo post del blog. Volevo farti i più sinceri complimenti per il sughetto per gli spetzle che ci hai lasciato per sabato sera. Davvero eccezionale! Grazie!
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