Scrivo da scuola, mentre i miei compagni finiscono la verifica di francese. Io l'ho appena consegnata. Chissa' se l'ho fatta bene come al solito. Essendo il più vecchio ho questa (auto)condanna, non posso prendere sei. Vabbè, un'oretta ho studiato.
Intanto incomincio a scrivere. Il tempo è sempre meno, e bisogna ottimizzarlo.
Questi topinambur sono una cosa molto carina e molto buona, credo che li chiamino anche patate francesi. A questo proposito condivido un cartello trovato da uno dei miei fornitori, troppo simpatico.
Il link su Wikipedia è questo: topinambur.
Quindi me li sono puliti e li ho affettati sottili, dopodichè li ho saltati in padella con aglio e rosmarino, non tanto, solo per rosolarli e fargli perdere un po' di acqua.
A questo punto mi sono messo a fare il mio risottino come al solito, come l'ho scritto qui tante e tante volte. I topini li ho messi un attimo dopo che ho incominciato a versare il brodo.
La cosa bella dei topini è che in bocca ricordano un po' i carciofi.
Eccolo qui, sembrano funghi.....
p.s.: se vuoi fare un piatto unico la salsiccia non ci starà certo male.......
Un blog fatto a uso e consumo degli amici, vecchi e nuovi, per trascinarli in questa grande passione, e perché "invitare qualcuno a mangiare da te significa incaricarsi della sua felicità per tutto il tempo che sta sotto il tuo tetto", e anche perché "cucinare per le persone alle quali si vuole bene significa impegnare del tempo pensando ai loro gusti, alla loro crescita e al loro benessere".
Andiamo a incominciare
Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
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