Riccardo mi stupisce sempre, anche a distanza di tempo, quando mi riguardo le ricette.
Questa ricettina ha solo due aggettivi che le si confànno: golosa e profumata.
Ci vorranno: farina 00 un etto, acqua ghiacciata 100 cc, un rosso d'uovo, un ciuffo di prezzemolo, un pizzico di curry giallo e uno di paprika forte, quattro patate a pasta gailla e quattro topinambur, una cipolla bianca, un etto di sale grosso, una buccia di un limone (bio).
Il sale e il limone servono a salare (e profumare) i rosti finiti: quindi bisogna frullare sale grosso e le bucce del limone a julienne. E questa è una cosa fatta. Se ce la fai lo prepari la sera prima, così asciuga un po'.
I tuberi li dovrai tagliare a fiammifero, usando la mandolina. La cipolla a julienne anche lei.
I tuberi e la cipolla li dovrai sbollentare due minuti d'orologio nell'acqua bollente e sbatterli subito nell'acqua con tanti cubetti di ghiaccio. Li scoli e li asciughi bene, non uno ad uno sarebbe mortale! magari schiacciandoli con delicatezza fra due strofinacci.
Adesso devi fare la pastella: nella tua boulle metti la farina con l'acqua freddissima, aggiungi il rosso d'uovo e le spezie colorate, sbatti bene con la frusta e lo metti in frigo un'ora.
Dopo quest'ora di salata attesa metti nella pastella i tuberi, il prezzemolo, la cipolla e mescoli.
Tiri su una cucchiaiata per volta e tuffi in padella con velo d'olio, facendo cuocere bene da entrambi i lati. Al termine della cottura scoli sulla carta assorbente e cospargi con il sale-limone.
E te li pappi tutti!
Eccoli, non devono essere perfettamente tondi, anzi
Grazie a Maria Chiara, come sempre, per la foto.
Un blog fatto a uso e consumo degli amici, vecchi e nuovi, per trascinarli in questa grande passione, e perché "invitare qualcuno a mangiare da te significa incaricarsi della sua felicità per tutto il tempo che sta sotto il tuo tetto", e anche perché "cucinare per le persone alle quali si vuole bene significa impegnare del tempo pensando ai loro gusti, alla loro crescita e al loro benessere".
Andiamo a incominciare
Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
mercoledì 2 marzo 2011
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