La scoperta di questa ricettina è legata alla lettura, e alla successiva visione, di una commedia di Eduardo De Filippo, "La grande magia", scritta nel 1948, commedia pochissimo rappresentata ma molto lucida nelle sue tematiche.
Leggendo il copione mi sono imbattuto in queste melanzane a scapece, che subito hanno colpito la mia fantasia.
Mi ero già imbattuto in questo modo di cucinare (vedi sgombri con cipolle....) e qui lo riprendo.
Dopo un rapido giro in rete ho scelto di fare questa ricetta, forse solo perché sono dell'idea che "... fritto è più buono...." anche se non più "sano". Del resto cosa è "sano"? Forse l'aria che respiriamo? O che respirano a Taranto? Ma questo è un blog di cucina, non una sede di riflessioni politiche.
Ti comperi due kili di melenzane, le affetti e le friggi in olio di arachide, fino a metà cottura. Dopodiché le riponi sulla carta assorbente.
Nel padellone, chè due kili di melenzane sono veramente tante, affetti una grossa cipolla e la fai dorare insieme alle melanzane.
Adesso arriva l'agrodolce: un cucchiaio di aceto con dentro un cucchiaio di zucchero, mescolati e versati nelle melenzane - ma io, che adoro i gusti eccessivi, ne ho messo due e due - .
Dopo qualche minuto evapora l'odore di aceto e si può aggiungere la salsa di pomodoro, la propria, naturalmente. L'esperienza mi dice che è meglio un po' più liquida, diciamo una salsa di pomodoro (classica) passata. La ricetta dice mezzo kilo. Fai bollire per un quarto d'ora e unisci tanta menta profumata, un po' di pepe e un etto di caciocavallo vecchio a dadolini. Io quel giorno non l'ho trovato e allora ho usato del provolone. Error!! Ho deciso che la mozzarella è un migliore surrogato. Una volta unita la mozzarella/caciocavallo fai andare ancora per un paio di minuti e spengi.
La mangi fredda, o freddissima se fai come me, che la tengo in frigo e me ne prendo due cucchiaiate al giorno.
N.B. alla fine la tua preparazione risulta inevitabilmente un po' troppo oleosa, cosa che può disturbare certi stomachi deboli (gli stessi che Artusi racconta non poter digerire il minestrone, oggetto del prossimo post): allora prendi il contenuto della padella e lo scoli delicatamente con il colapasta, non buttando ovviamente via l'olio insaporito ma conservandolo con cura che due cucchiai sugli spaghi del mezzogiorno non potranno certo fare schifo.
Eccole, le MIE melanzane a scapece
Un blog fatto a uso e consumo degli amici, vecchi e nuovi, per trascinarli in questa grande passione, e perché "invitare qualcuno a mangiare da te significa incaricarsi della sua felicità per tutto il tempo che sta sotto il tuo tetto", e anche perché "cucinare per le persone alle quali si vuole bene significa impegnare del tempo pensando ai loro gusti, alla loro crescita e al loro benessere".
Andiamo a incominciare
Basta fare un giro al mercato.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
Già gli occhi si riempiono di colori, colori di pomodori e peperoni, caldi, rossi e carnosi come certe labbra che si offrono senza vergogna, ma anche caldi come il giallo di pani appena sfornati, sotto la cui crosta si indovina una tenerezza nuova.
E la verdura? ci offre tutte le tonalità dei verdi, che raccontano sommessamente di prati e di orti, innaffiati da uomini tranquilli in maniche di camicia, durante silenziosi tramonti.
Come si fa a non amare il cibo? Semplice, basta non amare gli umani.
giovedì 25 ottobre 2012
Melanzane a scapece - Eggplant escabeche - Aubergines à l´escabèche
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